ECCIDIO SANT ANNA MOROSINA 1945

ECCIDIO SANT ANNA MOROSINA 1945


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Il 29 aprile 1945 a Sant’Anna Morosina (PD) prese inizio uno dei più efferati eccidi compiuti da parte del nazifascismo nell’Italia del Nord. I tedeschi in ritirata si stavano dirigendo verso il confine, quando furono attaccati. Per rappresaglia cominciarono a rastrellare e incolonnare giovani e padri di famiglia. Lungo il percorso tra San Giorgio in Bosco, Sant’Anna Morosina, Abbazia Pisani, Lovari, San Martino di Lupari furono 60 le vittime delle rappresaglia nazista. L’eccidio si concluse in strada Cacciatora di Castello di Godego (TV) con altre 76 vittime. Il tributo di sangue pagato in quei giorni fu altissimo: il 26 aprile a Santa Giustina in Colle, 24 vittime con il parroco e il cappellano; il 28 aprile a Saonara, 24 vittime; il 29 aprile a Castello di Godego, con 136 morti, tutti di San Giorgio in Bosco, Villa del Conte e Sant’Anna Morosina. Nel suo libro “Il sangue e la memoria” lo storico Egidio Ceccato ha osservato che il massacro compiuto dalla 29ª Panzergranadier Falcke, comandata dal generale Fritz Polack, fu ispirato dai fascisti aggregati alla colonna e riconosciuti, visto che «parlavano il nostro dialetto» dicono le fonti. La strage che iniziò la mattina del 29 aprile a S. Anna Morosina per concludersi tragicamente nei pressi di Castello di Godego, si sviluppò articolandosi – sottolinea Egidio Ceccato – «in una serie di esecuzioni singole e di veri e propri massacri collettivi». Le truppe utilizzarono gli ostaggi catturati come scudi protettivi durante la marcia di ripiegamento verso nord, uccidendoli poco alla volta sui bordi delle strade


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